Cos’è la PNL

Tratto dal sito Scuola di Formazione in Psicologia

Nei testi degli ideatori della Programmazione Neuro Linguistica, la PNL viene definita come “lo studio della struttura dell’esperienza soggettiva”, ovvero un modello che studia come le persone elaborano le informazioni (come pensano) influenzandone in tal modo il loro vissuto ed il comportamento.

Le caratteristiche principali e distintive della PNL si potevano riassumere in tre punti:

  1. Considerare la mente inconscia come una risorsa, una entità con capacità creative e organizzative, una struttura in grado di creare il problema psichico e, al tempo stesso, una struttura che contiene le risorse in grado di risolverlo
  2. Descrivere accuratamente i processi cognitivi che le persone utilizzano per elaborare le varie forme di pensiero
  3. Fornire una serie di strumenti precisi e puntuali tali da consentire al terapeuta di entrare in rapporto privilegiato con il paziente e di “portarlo” a modificare e “ristrutturare” le sue strategie cognitive raggiungendo in tal modo le mete terapeutiche oggetto del contratto tra paziente e terapeuta.

Ho iniziato ad utilizzare le tecniche della PNL in ambito clinico, con pazienti, con l’intento di aiutarli a superare i “problemi” personali che riportavano nella seduta psicoterapeutica, ho continuato nel tempo portando l’utilizzo fuori dal contesto clinico ….

In quel periodo consideravo la Programmazione Neuro Linguistica come un insieme di tecniche utilizzabili a prescindere dall’approccio utilizzato, tecniche che mi consentivano di “lavorare” su problemi specifici, come per esempio fobie di vario tipo, la claustrofobia o l’agorafobia, gli attacchi di panico o le sindromi depressive. Strumenti precisi che permettevano di individuare dove e come intervenire nella sequenza cognitiva.

Oggi dopo parecchi anni di utilizzo e di sperimentazione considero la PNL non solo come una cassetta di attrezzi, a dire il vero estremamente efficaci, ma come un “modo di pensare”, un modello che ci consente di agire nella realtà.

Nelle scienze sociali il termine modello assume il significato di “schema teorico di riferimento” non assimilabile totalmente con una teoria, ma che può essere orientato alla sua costruzione.

Si può affermare che i modelli svolgano 3 funzioni:

  1. una funzione euristica e orientativa della prassi (in questo caso prassi terapeutica), permettendo di guidare l’analisi della realtà e l’operatività del terapeuta;
  2. una funzione interpretativa, permettendo di costruire gli indicatori di verifica dei risultati conseguiti in relazione agli obiettivi posti a fondamento dell’azione (obiettivi terapeutici);
  3. una funzione esplicativa della realtà stessa, permettendo di costruire la teoria a partire dall’osservazione della realtà. Fanno riferimento, quindi, sia a tecniche induttive che, partendo dalla osservazione diretta della realtà, arrivano a formulare generalizzazioni, sia a tecniche deduttive che, a partire dalla costruzione teorica, cercano di illustrare e spiegare la realtà.

In sintesi quindi la PNL è un modello che da un lato cerca di spiegare come funzionano le nostre strategie cognitive (non il cosa pensiamo ma il come lo facciamo), dall’altro lato fornisce strumenti pratici ed efficaci per intervenire e operare dei cambiamenti, date queste caratteristiche è ovvio che la PNL sia applicabile sia in ambito della psicologia clinica, sia nella psicologia del lavoro.

Ma quali sono i campi di applicazione della PNL? Nel prossimo articolo vedremo …

© Cos’è la PNL – Andrea Castello

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